Hall of fame
TFS-1
Vorrei esprimere i miei più sentiti ringraziamenti a Renato Giussani per la disponibilità e cortesia dimostrata nei confronti di un perfetto sconosciuto: dalle sue opinioni e dai FATTI che espone sto imparando molto non solo in ambito audio.
Cambio diffusori, passo alle tfs: come passare da una ritmo del 1980 ad una ferrari fiammante!
E’ stato un amore a prima vista quello che è nato tra me e le TFS alla fine dell’Agosto 2007.
Ho subito ordinato le tavole di legno necessarie e il 4 settembre mi son cimentato nell’opera con i primi tagli.
Non nascondo le difficoltà, gli errori, i sacrifici che ho fatto per questa conquista, mi ha sostenuto la motivazione di poter avere l’immensa soddisfazione di costruire con le mie mani due diffusori d’altissima qualità.
Anzitutto, per prima cosa, un grazie all’ Ing. Renato Giussani per avermi dato la possibilità di realizzare un sogno a fronte di una spesa complessiva che non e’ paragonabile al suo reale valore. D’altronde l’impegno e la fatica non sono state da meno, il che mi ha dato ancor più soddisfazione. Un grazie anche ad Antonio Berrugi che mi ha dato le prime dritte. La realizzazione del mobile e’ stata eseguita dal mio caro amico falegname Antonio Nicolino e dalla mia stretta collaborazione, fino al loro completamento, realizzate alla lettera secondo le specifice dell’Ingegnere Renato Giussani.
Quando ho visto su Suono i TFS è stato come ritrovare dopo tanto tempo quello che avevi perso. Dopo anni di lontananza dall’Hi-Fi, più che altro per questioni di spazio, mi sono deciso a rimettere in piedi un sistema decente. Visto che l’anello debole, o forse sarebbe meglio il più debole, del mio impianto erano le casse ho girato alcuni negozi per aquistarne una coppia senza però trovare nulla che mi soddisfacesse (almeno nel range di spesa che mi ero imposto). Mi stavo orientando quindi su un diffusore autocostruito ma di livello alto e stavo valutando alcuni progetti quando ad agosto dello scroso anno ‘ho visto la luce’!
Oggi anche nel mio salotto ho la possibilità di rivivere queste sensazioni grazie alle mie TFS-1.
Impressionante la riproduzione dei bassi…profondi e smorzati allo stesso tempo…sfido chiunque a riconoscere che sia un bass-reflex.
Ascoltare ad esempio i tamburi presenti nella traccia 7 di Dafos “The Gates Of Dafos” ha dell’incredibile… oppure il brano “Masciare” dei Faraualla… si rimane letteralmente impressionati dalla realtà di come vengono riprodotti i tamburi riuscendo a percepire persino il naturale riverbero o la differente durezza della pelle dei diversi tamburi “pazzesco”.
Ora, proprio ora. le ho ultimate e sto riascoltando dei vecchi vinile accorgendomi che con le altre casse non sentivo alcuni particolari che ora sento, purtroppo per me non è facile parlare di come si sente il suono, ma è entusiasmante, chi avesse pensato anche lontanamente di farsele ma non è ancora convinto ci creda, vanno davvero bene.
Un grande davvero grande grazie all’ingegnere Renato Giussani per l’aiuto che mi ha fornito, Grazie a Mario Poggio e Giorgio Berrugi per alcune misure che mi hanno inviato, un caro saluto a Riccardo Cacco che mi ha tagliato le tavole alla perfezione e non ultimo, un grazie ad Audiomax per tutto il materiale che mi ha fornito e per le delucidazioni che mi erano necessarie.
Ancora grazie Renato.
AP PRS 130/200
Appena pronti, ho collegato i diffusori all’ampli (Exposure X), ho inserito “Jazz at the pawnshop” nel lettore Teac VRDS 10 SE, portato la manopola dell’ampli a ore 9, selezionato la traccia “High life” e mandato in play il lettore cd … Bentornata Vostra Maestà Suono! Ancora una volta ho fatto centro! O meglio: Giussani ha fatto centro! Io, fidandomi ancora di un suo progetto (ah, dimenticavo: ho realizzato i diffusori senza aver li mai ascoltati prima).
Ok, ampli collegato, tutto funziona correttamente; rimango piacevolmente colpito fin da subito dall’estensione alla basse frequenze che questo progetto offre. Incredibile per un “misero” 5 pollici con radiatore passivo (un Ciare HP 200).
Scena sonora alta e voci ben oltre la parete posteriore. Si riescono a visualizzare e focalizzare bene strumenti e voci disposti nella scena. La sensibilità è bassa, bisogna insistere sul gain per ottenere alti volumi, ma una volti raggiunti non c’è alcun affaticamento nell’ascolto e si gode solo la musica per ore ed ore.
Il loro suono sorpassa molte delle casse che ho avuto modo di sentire al Milano Hi End.
Scena che si estende in profondità, dietro la linea dei diffusori.
timbrica non aggressiva, non chiusa, voci più indietro del solito (sembra di sentire da metà del palcoscenico).
Nessuna fatica di ascolto e tanta voglia di ascoltare solo la musica. (uno dei bei punti del “Giussani Sound” come nelle GR Delta 4 R10)
NON SONO LE GR Delta 4 R10, CERTO!
Non maschera incisioni malfatte o pesantemente corrette, ma il tutto si mantiene godibile.
Come già detto, con dischi “live” si sfiora l’entusiasmo di essere affacciati all’evento reale.
Collegate al mio impianto: td 160, cd 50 Marantz, Nad 3020 modificato (come da articolo di Stefano Pace su Audio Review n 25) mi resi subito conto che avevano, con le loro caratteristiche tolto quel drappo pesante che ovattava il suono, mettendo in risalto particolari mai sentiti precedentemente in brani da me conosciuti, e mettendo in risalto le incisioni scadenti.
Bassi impressionanti voci e acuti chiare e setosi, anche a basso volume suono dettagliato e non si scompone neanche quando spinto al limite del fondo corsa del midbasso.
BI 130 AP08
Sto ascoltando un CD comperato alla fiera a Roma. Hugh Masaekela – Hop. Con il basso ti arrivano anche i cazzotti nello stomaco…
Il maggior pregio di questi diffusori è lo straordinario equilibrio timbrico…
Essendo il costruttore dell’altoparlante impiegato per questi diffusori, non avevo ritenuto di esprimermi in pubblico.
Successivamente però ho pensato che sarebbe stato ingiusto, solo per una espressione di falsa modestia, privare tanti autocostruttori della possibilità di ascoltare un suono di simile qualità ad un costo davvero molto contenuto.
Le impressioni, dopo una approfondita seduta di ascolto, sono decisamente positive e mi sento di affermare che l’aggettivo più appropriato per descrivere le BI-130 AP08 sia: SUPERLATIVE!
All’ingegner Giussani i più sinceri complimenti per il progetto di queste piccole “torri” che, sono certo, fanno impallidire molti di quei mostri (almeno per il prezzo) che si trovano nei negozi specializzati. Complimenti che vanno estesi anche a Enrico Priami per i suoi piccoli gioiellini.
La purezza timbrica è notevole, con una risposta sui bassi a dir poco impressionante.
Il loro suono? Che dire! Correttezza timbrica, giusta ricostruzione del palcoscenico acustico, capacità di scesa alle basse frequenze impressionante se si considera che il driver utilizzato è di solo 13 cm, bassi che risultano frenati nella giusta misura, raffinatezza e percezione di ogni minimo dettaglio, insomma un equilibrio generale ottimo che da piacere all’ascolto senza mai affaticare. Il tutto ad un prezzo molto ragionevole vista la possibilità che ci ha dato Renato Giussani di autocostruircele.
Scopro ogni volta suoni che non avevo fin’ora mai sentito. Ho ascoltato per primi alcuni pezzi dei Pink Floyd che conosco bene, essendo il mio gruppo preferito: mi sembrava di sentire tutt’altra musica! Riesco a sentire dettagli che prima avevo notato solo in cuffia. Sono trasparenti, spariscono del tutto con dischi incisi bene e all’opposto sono spietate con le incisioni di cattiva qualità: ne mettono in luce tutti i difetti.
BRS 130 AP12
Sono molto soddisfatto del lavoro finito, sia a livello sonoro che a livello estetico. Ho ricominciato ad ascoltare la musica che avevo messo nel dimenticatoio, riscoprendola… Ora tutto ha un’immagine diversa, mi da emozioni diverse e mi lascia un ricordo diverso. Sull’ascolto c’è poco da criticare e molto da elogiare, ma come detto inizialmente quello che più impressiona è il calore del suono, tale da rendere una voce, una batteria o un basso profondi e avvolgenti, un piano o una chitarra piacevolmente delicati, il tutto godibile per ore senza mai stancare.
AP MiniD
Il risultato finale è veramente entusiasmante, sia dal punto di vista estetico che da quello acustico. Chiunque si voglia cimentare con questo progetto, non si scoraggi quando ascolterà i drivers senza filtro: una volta assemblati in un box preciso, e filtrati come prescritto da Saverio, ci si entusiasmerà per il timbro preciso ed esteso di queste nanerottole!
Grazie ancora a Saverio per la cura e la dedizione con cui ha portato avanti questo progetto ed al gruppo della di Audioplay per le idee e le conoscenze di fisica acustica messe a disposizione della collettività!…Buona musica a tutti!
Un progetto che suggerisco vivamente di realizzare in quanto diffusori di grande qualità sonora. Prima di concludere vorrei porre un sentito grazie a Saverio Denitto che ha messo a disposizione la sua esperienza, passione e cortesia e per aver progettato questo piccolo diffusore “dal grande” suono.
Grazie a tutti quelli che mi hanno dedicato un po’ del loro tempo, che amano ascoltare la musica, la buona musica che arriva al cuore e ci dà emozione.